Facebook Spaces: dalla virtualizzazione dell’individuo a strumento di Business

Facebook Spaces

Facebook Spaces: dalla virtualizzazione dell’individuo a strumento di Business

Bene, siamo alle porte di una nuova era virtuale e il buon Zuckerberg ne sarà il “mastro di chiavi”.

Durante l’ultimo keynote è stato presentato Facebook Spaces, un nuovo mezzo per vivere le relazioni tra amici in un ambiente virtuale. No, non è uno scherzo, proprio così: virtuale. 

Anteprima di Facebook Spaces – Realtà Virtuale

Molte sono state le discussioni, spesso negative, su questa nuova soluzione. C’è chi dice “questo rovinerà i rapporti e le relazioni con le persone”, oppure “creerà grandi problemi alle persone. Molte di esse, soprattutto i giovani, perderanno la cognizione della vita reale”. A pensarci bene tutto questo è già presente da qualche anno, se ci pensate molte sono le persone che già vivono 2 vite : quella reale e quella virtuale. Sono le stesse che vivono la propria vita digitale come riscatto da quella reale, ma in che modo? 

Vi è mai successo di conoscere una persona che dal vivo risulta essere molto timida e riservata, ma che sui social riesce ad essere estroversa e a condividere le proprie esperienze senza il timore di essere giudicata? Sono quelle persone che forse conoscono i propri limiti e trovano nella vita virtuale la possibilità di essere altro, di essere in un certo senso ‘di più’, e per questo la coltivano come fosse un riscatto o semplicemente un’opportunità. Per loro Facebook Spaces non risulta una minaccia alla società, anzi, è un modo per migliorare la loro vita sociale al digitale. 

Ma dove finiremo? E se tutto si mescolasse: realtà virtualeintelligenza artificialeIoT e robotica, cosa ci aspetta per il futuro?

Quando ho visto per la prima volta il video di presentazione mi è subito venuto in mente un film con Bruce Willis del 2009 dal titolo “IL MONDO DEI REPLICANTI” (ispirato alla serie fumettistica di Robert Venditti nel 2005 – che lungimiranza). 

Per riassumere, il film viene ambientato in un era in cui la vita reale viene vissuta tramite robots chiamati “surrogati”, ai quali ogni singolo individuo, dal proprio appartamento, può connettersi. 

Ma perché una persona avrebbe preferito vivere la propria vita virtualmente tramite un robot? 

I motivi potevano essere tanti, come la possibilità di restare per tutta la vita giovani di aspetto, avere la libertà di vivere la proprie inclinazioni sessuali o semplicemente poter evitare la morte per cause come comuni incidenti o virus che potevano essere contratti all’esterno.

Trovate tutto questo così distante dalla direzione che stiamo percorrendo? 

In fondo queste grandi aziende “digitalmente pioniere” stanno soltanto rispondendo alle nostre richieste. Loro ci studiano e lavorano per costruire strumenti, che hanno come obiettivo quello di migliorare la nostra vita.

Se posso essere sincero non condivido molto questa cosa, chi mi conosce sa bene il mio punto di vista sui Social. Non dobbiamo cercare di essere ciò che NON siamo, ma dobbiamo restare le stesse persone che siamo nella vita REALE.

Tornando a quel momento, dopo aver visto il video anteprima del progetto, ho successivamente considerato anche però un aspetto molto positivo di Facebook Spaces, che forse non sarà applicato nella vita privata, ma in ambito business avrebbe sicuramente terreno fertile! 

Pensate all’assistenza tecnica, dove è possibile avere virtualmente supporto in loco. Ma soprattutto a briefing aziendali, demo dei prodotti, workshop formativi o eventi in generale. 

Mentre continuavo a fantasticare, anche se oggi la fantasia sta diventando sempre più una concreta realtà, ho simulato alcuni scenari dove Spaces potrebbe diventare un’opportunità tangibile come:

  • L’agenzia di viaggi per esempio, che renderebbe possibile un’anteprima virtuale per le nostre prossime vacanze, una sorta di trailer! 
  • Scuola, creando delle aule virtuali non più chiuse dentro quattro mura di una struttura ma fuori all’aria aperta (si fa per dire).
  • Assistenza nel settore IT, dove il supporto sarà a fianco dell’installatore supportandolo passo dopo passo nella configurazione.

Più ci penso e più gli scenari in cui uno strumento come Facebook Spaces possa essere un valido strumento aumentano a dismisura. 

In conclusione, forse ripeterò una delle tante frasi più gettonate di questi tempi, ma da un’opportunità può nascere una minaccia se non si impara ad utilizzarla con le giuste dosi. 

L’unico consiglio che mi sento di voler dare è di restare sempre connessi con la vita reale, senza lasciarvi trascinare dalla vita virtuale seppur così perfetta (all’apparenza).

Ci vedremo su Spaces 😉 

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