Perché mi ritengo un “imprenditore fuori dagli schemi”?

Perché mi ritengo un “imprenditore fuori dagli schemi”?

Mi piace conoscere le potenzialità che ogni individuo conserva dentro, scoprendo spesso personalità e competenze eccezionali. 

Mi piace mettermi in gioco, osare dando ascolto alla parte più emotiva e istintiva di me, lasciando ferma in un angolo quella razionale e prudente, per mettermi alla prova e capire quanto riesco a comprendere le persone.  

Perché lo faccio? 

Non c’è un motivo logico. Lo faccio lasciandomi andare senza pormi filtri razionali e anche perché mi ci sento portato. Mi piace ascoltare la vita e i pensieri di chi conosco, perché da ognuno di loro apprendo sempre qualcosa di nuovo. Mi sento come un “Beduino nel bel mezzo del deserto assetato di conoscenza”.  

Credo fermamente che l’equilibrio emotivo di una persona possa influire molto nel suo benessere e, di conseguenza, nella resa personale e professionale. Se una persona é felice incondizionatamente innesca un meccanismo virale, influenzando tutti coloro che la circondano, questo perché “la felicità é contagiosa”. Quello che faccio per creare questo ambiente felice è cercando di ascoltare e osservare con cura le persone per poi meritarmi la loro fiducia (impegnandomi a non tradirla). 

Sono convinto che stai leggendo queste miei parole dicendo a te stesso, pensando all’ambiente che ti circonda, “facile detta così, ma realizzarlo non é altrettanto semplice!”. Invece ti sbagli, basta con molta naturalezza allenare la  tua sensibilità. 

Nel mio caso, citando una frase di una persona a me molto cara …. “riesco a toccare i sentimenti delle persone senza guanti.” 

Credimi, sentirsi parte della felicità altrui è molto gratificate. 

Ho scritto questa riflessione così, di pancia, senza la paura di essere incompreso per condividere con tutti Voi, amici e imprenditori, la mia personale visione di gestione del personale.  

Sono ancora molto giovane (nascosto sotto la barba bianca), quindi potrei anche sbagliarmi.  Accetto con molto piacere suggerimenti e considerazioni, ritenendoli sempre ottimi spunti di riflessione costruttiva. Sicuramente se faccio bene o male sarà il tempo a dirlo. Per adesso sarei onorato e gratificato se coloro che hanno avuto modo in passato e nel presente di lavorare con me potessero contribuire a questa mia riflessione, valutando se questo approccio nel loro caso sia stato premiante o no. Cosa ne pensate?

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